Sanremo, Sanremo, Sanremo…
Non è stato certo più il festival di un tempo, quello svoltosi settimana scorsa. Una volta l’unico interesse di Sanremo era la Musica, la buona musica, i fiori caratteristici dell’Ariston e della città e nient’altro.
Ormai da anni il palco dell’Ariston è diventato palcoscenico per interviste e satira a raffica mescolati a temi d’attualità non molto pertinenti con il mondo musicale.
Anche quest’anno la situazione non è cambiata, tutto inizia con delle polemiche politiche contro il festival ed una conduzione giudicata troppo di parte…su questo mi trovo personalmente d’accordo, Fazio e la Littizzetto non sono certo Berlusconiani se poi vengono mescolati a Crozza, Bisio e compagnia, capiamo che il festival poteva sfavorire qualcuno e favorire altri.
Ma analizziamo nel dettaglio:La prima serata inizia non bene , la Littizzetto è troppo propensa a fare satira politica e non appena mette piede all’Ariston così tanto per fare par condicio offende quasi tutti i partiti disponibili.
La sua comicità è definibile una comicità spicciola, insomma se nel 2013 ci si diverte ancora ad ascoltare le parole: Coglioni, Maroni, Culo e quant’altro ben venga, ma personalmente queste parole non mi suscitano risate dalla quinta elementare.Quando si prova a fare satira parlando di crisi economica e dei vari partiti che si avvicinano alle elezioni va fatta meglio e soprattutto bisogna ricordarsi alcune cose, se si percepisce un cachet di 300.00 per cinque serate forse qualcosa la si può anche risparmiare.
Capitolo Crozza:
I dati del suo cachet non li conosciamo, ma giudicando lo spettacolo, raggiunge una sufficienza striminzita.
Sono le solite battute riciclate da Ballarò a Crozza nel Paese delle Meraviglie e portate ad un pubblico che non è abituato a questo tipo di satira, non mi riferisco ai cinque contestatori, ma al classico pubblico Sanremese dato che durante lo spettacolo del comico fanno raramente sentire risate fragorose, cosa che avveniva quando l’ospite era Alessandro Siani o i Soliti Idioti, a simboleggiare che su quel palco vogliono gente che distragga il singolo cittadino dai problemi quotidiani e non chi ci ironizza su questi ultimi.
Soffermandoci sui contestatori c’è poco da dire, la comicità sulla politica in un periodo di estrema crisi in uno show come Sanremo non è una cosa ben vista.
Musica:
Veniamo alla musica e alle canzoni, tema che dovrebbe essere quello principale di Sanremo, personalmente mi sento di muovere una critica anche in questa direzione.
Al quanto curioso il fatto che per due anni i Modà arrivino sul podio e non riescano ad ottenere il primo posto perché c’è sempre un singolo che li precede, mentre l’unico anno nel quale Francesco Silvestre (Cantante dei Modà) scrive una canzone senza cantarla, questa vince il festival con Emma Marrone.
Bene anche Daniele Silvestri con un brano gradevole e forse poco compreso da pubblico e giuria.
Male Maria Nazionale, canzone troppo tendente al neomelodico che poco centra con Sanremo e che per me è impresentabile ad un pubblico di questo genere.
Delude un po’ le aspettative Chiara di X-Factor che non entra nel podio, ma che avrà tempo per crescere. Mi trovo invece d’accordo con il successo tra i giovani di Antonio Maggio che propone un brano di grande freschezza e leggerezza.
In conclusione se volessi stilare una pagella confrontandola all’anno scorso direi:
Crozza o Celentano? Meglio CrozzaFazio o Morandi? Parità (Non si sbilancia troppo politicamente, però gli ospiti li ha scelti anche e soprattutto lui. Mentre Gianni non era un conduttore e questo lo penalizza nel confronto)
Littizzetto o Belen? Belen senza dubbio…Emma o Mengoni? Emma Marrone !
Avrete capito che preferisco tutt’altro Sanremo di quello andato in scena quest’anno e condivido poco alcuni messaggi come quello sull’omosessualità (condivisibile ed apprezzabile ma non adatto ad un palcoscenico MUSICALE), messaggi come quelli lanciati da Totò Cutugno ..direi che degli ospiti promuovo solo Chef Carlo Cracco, il resto ci passo sopra.
Senza rancore,
Luca Di Benedetto , de "DENTRO IL FATTO"
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