CARI LETTORI ECCO LA SECONDA PARTE DELL'INTERVISTA, MOLTO ATTESA VISTO I NUMERI ELEVATI DI LETTORI DELLA PRIMA PARTE, ALL'AMBASCIATORE D'ITALIA IN BRASILE
GHERARDO LA FRANCESCA
D: Credo di poter ritenere Lei il pionere delle energie rinnovabili per quanto riguarda il resto delle Ambasciate d'Italia nel mondo, che potrebbero seguire il suo progetto ed utilizzare i pannelli fotovoltaici per le sedi delle varie Ambasciate?
R: Il progetto Ambasciata Verde si inquadra nel più ampio progetto Farnesina Verde, lanciato dal Ministero degli Esteri italiano. Infatti sta realizzando varie iniziative , in varie Ambasciate e sedi all'estero, al fine di renderle più sostenibili da un punto di vista ambientale. L'Ambasciata italiana a Pechino e a Panama hanno già attivato progetti di tal genere e molte altre sedi si stanno muovendo in questa direzione.
D: Qunidi il progetto Ambasciata Verde è bivalente: ottimo impatto ambientale e contenimento dei costi ?
R: Si ! S'intende dimostrare come obiettivi ambientali possano essere validamente coniugati con le esigenze della spesa pubblica e con l'obiettivo di realizzare iniziative utili per facilitare l'accesso ai mercati internazionali delle numerose e qualificate imprese italiane in questo settore.D: L'utilizzo delle energie rinnovabili sarebbe un'ottima medicina per il nostro Pianeta. Come mai si parla ancora molto ma si mette in pratica troppo poco? Ci sono interessi economici e/o politici che ostacolano uno sviluppo alla portata di chiunque?
R: Sono convinto del fatto che gli interessi economici sono e debbano essere la chiave per poter affrontare, in modo efficace ,molte tematiche ambientali. L'economia verde sarà la medicina della quale abbiamo bisogno. Ritengo che molto possa essere fatto, sia per stimolare l'attenzione dell'opinione pubblica che delle imprese dei centri di ricerca e delle autorità sulla potenzialità esistente in questo settore. La ricerca scientifica che sta progredendo anche in questo campo, fornirà un contributo fondamentale per rendere più convenienti le nuove tecnologie. Quella dell'Ambasciata Verde è una piccola iniziativa, in procinto di espandersi con la creazione di GENESET, la rete che è appena stata lanciata il 4 dicembre. E' recentissima la notizia del fatto che la TECPAR, istituto tecnologico del Paranà, ha manifestato la propria decisione di aderirvi, utilizzando i nostri dati e fornendo da parte sua quelli relativi all'impianto di energie rinnovabili che sta realizzando. Possiamo quindi sperare in una estensione a macchia d'olio. Ricordo, con un pizzico d'orgoglio, il commento di un'impresa italiana che mi ha manifestato il suo interesse e gratitudine dicendomi che l'Ambasciata Verde sta già fornendo indicazioni utili perchè loro possano predisporre un business plan, per la creazione d'impianti, meglio circostanziato e più preciso.D: Il progetto " Ambasciata Verde", del quale Lei è ideatore, ha previsto l'utilizzo di un veicolo elettrico, prodotto da FIAT con ITAPIU BINACIONAL, che è alimentato dall'energia prodotta dai pannelli solari installati. Rimarrà solo un prototipo o ci saranno sviluppi in questo settore?
R: Non posso certo pretendere di essere un esperto in questo settore . Mi sembra però evidente che la realizzazione di veicoli elettrici su larga scala dipenda molto dai progressi che si faranno nella realizzazione di batterie più potenti ed economiche. L'immagazzinamento dell'energia elettrica mi sembra essere il vero collo di bottiglia, dato che per il resto , è sin d'ora possibile affermare, che l'utilizzo dell'elettricità per la trazione dei veicoli vanta una efficienza già da oggi maggiore di quella dei motori a scoppio. Nell'ultima edizione della 24 ore di Le Mans, la più importante competizione automobilistica di lunga distanza, è stata dominata da veicoli parzialmente a trazione elettrica. Si sta inoltre programmando la realizzazione di un circuito di formula elettrica, da affiancare a quello della Formula Uno. D: Possiamo pensare al Brasile come alla Nazione che potrebbe avere il maggior numero di veicoli a zero impatto ambientale ?
R: Immagino che la risposta a questa domanda derivi in gran parte da quanto la ricerca riuscirà a realizzare per aumentare l'autonomia dei veicoli elettrici. Il Brasile è infatti un Paese a dimensioni continentali, ove le distanze da percorrere sono molto elevate. E' da considerare , però, che il problema del trasporto urbano è notevole in grandi metropoli come San Paolo , Rio de Janeiro e molte altre città del centro-sud del Paese. Non si può dimeticare il nord, nord-est e centro che stanno sperimentando tassi di sviluppo superiori alla media nazionale.


Nessun commento:
Posta un commento