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BENVENUTI SUL MIO BLOG - Alessandra Giorda

mercoledì 26 giugno 2013

ADINA IMPERDIBILE AL REGIO DI TORINO .....E LA PERFEZIONE CONTINUA

 
    DESIREE RANCATORE
 
In un incontro nella Torino storica con  il soprano , Desirée Rancatore, si snocciola l'intervista a seguire. Di lei colpiscono oltre al personaggio dotato di grande talento, la persona semplice e umile. Qualità proprie di chi essendo non ha necessità di ostentare. La critica la osanna , la definisce perfetta , il mensile spagnolo, Opera Actual, nel numero di luglio prossimo, le dedica la copertina definendola " la diva del momento"e sotto la Mole in l'Elisir d'amore di Gaetano Donizetti, consolida successo e talento  al prestigioso Teatro Regio . In una chiaccherata alla presenza del suo compagno Alfonso Romero Mora, affermato e noto regista di opere teatrali, Desirée si racconta, prima di proseguire la tournée che la porterà dalla Spagna all'Inghilterra e al debutto in  Oman.
 


D: Adina e Desirée similitudini e differenze ?


R: Praticamente uguali ! Desirée  meno cinica in amore, anche se Adina alla fine cede all'amore di Nemorino. E' un pò la storia di noi donne che quando un uomo ci corteggia assiduamente, scappiamo e quando lui si stufa e non ci guarda più, capiamo di volerlo a tutti i costi.
D : Cosa rappresentano per te Gaetano Donizetti e l'Elisir d'amore?














R: Donizetti è un grande, un genio che ti rapisce e lascia tracce indelebili. L'Elisir d'amore è un'Opera lirica giocosa con una punta di maliconia. E' allegra e divertente, con momenti che vanno dritti al cuore dello spettatore.


 
D: I tuoi impegni lavorativi ti portano spesso in giro per il mondo, aspetto molto invidiato dai più.Tu come vivi tale situazione?
 
 
R: Dal di fuori può apparire tutto molto bello, ma credimi non è una vita facile. Avere sempre la valigia pronta e passare da un aereo all'altro , di albergo in albergo , di città in città, non è il massimo. Pensa che trascorro a casa mia un solo mese all'anno. E' pesante, ma è la vita che mi sono scelta ed il prezzo da pagare per il lavoro che adoro fare. Spesso penso a quante persone non hanno un'occupazione e quante l' hanno ma sono costrette a svolgere una professione che non amano : posso ritenermi fortunata.

 
D: Essere una cantante lirica del tuo calibro comporta anche altri sacrifici, oltre a quello di essere sempre in viaggio?

 
R: Certo ! La mia vita è dedicata alla musica e al canto. Non vado mai a letto tardi alla sera, quando canto osservo un'alimentazione che non danneggi le corde vocali, come ad esempio non mangio formaggio stagionato che tramite un'eventuale reflusso può danneggiarmi le corde vocali. L'esercizio della mia voce è quotidiano, lo studio è sempre serrato.

 
D: Quanto ci impieghi per studiare un personaggio di un'Opera ?

 
R: Dipende quando tempo ho. Se i tempi sono "stretti" imparo tutto in una settimana, quando ho la possibilità me la prendo più con calma.

 
D: Una follia fatta per il tuo lavoro?

 
R: Era pomeriggio ed avevo insieme al mio compagno, Alfonso Romero Mora,  le valigie pronte per partire per il Giappone per lavoro, quando il mio agente mi telefona e mi chiede se volevo interpretare Gilda al Covent Garden di Londra, il giorno seguente. Rimango basita , ma accetto sempre che ci sia un aereo che nella serata da Palermo mi porti a Londra. Dopo una verifica prendo atto che il solo modo per raggiungere la capitale inglese è di partire subito per Milano, pernottare in un albergo adiacente all'aeroporto e al mattino seguente sveglia all'alba per il Milano -Londra. Così facciamo Alfonso ed io. In tarda mattinata interpreto Gilda ( personaggio de Il Rigoletto) al Covent Garden per il matinèe. Terminata l'Opera , un bel successo, di corsa in aeroporto per il Londra-Palermo, per ripartire dopo pochissime ore, appena fatto il cambio valigie, alla volta del Giappone. Stanca si, ma soddisfatta e felice.

 
D: "Parliamo" di pubblico. Si dice che quello torinese sia freddo,  lo spagnolo caliente e il giapponese cortese . Che ne pensi?
R: Si i torinesi sono "freddini" all'inizio, devono capire e man mano che la serata trascorre si scaldano. Come alla "Prima" venerdì scorso. Hanno iniziato con applausi per concludere con un calore strabiliante. Quello che ritengo indecoroso è lo spettatore , in generale, che si accanisce con i "buu.. buu..". Sono di cattivo gusto, poichè tutti noi lavoriamo assiduamente per essere sul palco, non si arriva lì per caso. Siamo umani, tutti possiamo sbagliare e tutti possiamo piacere o meno, ma rispetto ed educazione prima di tutto.   Ogni tanto qualcuno di questi spettatori si vede qual e là per l'Italia. Gli spagnoli sono caldi più o meno, dipende. I giapponesi hanno un'educazione da primato, piuttosto che contestare fanno applausi di cortesia.

 
D: Cosa sogni per il tuo futuro lavorativo?

 
R: Prima di tutto di mantenere l'elevato standard a cui sono arrivata. Ricordati che ci si impiega molto ad arrivare alla vetta e in un batter d'occhio si può precipitare. Il pubblico non perdona, lo si è visto in passato con la Callas, l'icona mondiale della lirica, unica al mondo, che quando ha avuto un'attimo di cedimento il suo pubblico si è accanito. Lo stesso con Pavarotti, altro cantante unico, che, dopo una brillante carriera, per una stecca presa ha pagato un prezzo indegno. In secundis Mi piacerebbe cantare al Metropolitan di New York, ma anche in teatri più piccoli. Quello che per me importa e continuare a svolgere la professione al livello che sono ora.


 
D: Quando sei sul palco non solo canti, ma reciti anche. Dai sempre tutta te stessa?

 
R: Sul palco salgo per amore per il mio lavoro , ma soprattutto per il pubblico. Cerco di dare sempre tutta me stessa. Voglio trasmettere emozione e far sognare. Ho fans che mi apprezzano e mi ripagano dei grandi sacrifici che quotidianamente faccio. Quando vado all'Estero ho una parte di pubblico che mi segue, che sia a Parigi, piuttosto che a Tokyo o  altre destinazioni: grande soddisfazione.



D: Ci sono anche invidie e cattiverie?

 
R: Quelle sempre e ovunque nella vita , fanno parte del gioco.  All'inizio stavo molto male, avevo 18 anni ma una carriera già importante per quell'età. Ho imparato in fretta a mettermi i para-occhi , perseguire la mia strada e non tenere in considerazione chi ti invidia o sparge cattiverie per il piacere di farlo o per sentirsi importante e riempire la propria vita. Guardo alla mia carriera , a cosa mi fà stare bene, ai miei obbiettivi, ma sempre in primis al mio adorato pubblico che mi sostiene e mi ama.

( vedi trama e recensione della Prima al Teatro Regio di Torino d'Elisir d'amore cliccando nel menù LIRICA E BALLETTI)

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