XIV Festival di Musica Sacra (19 marzo – 2 aprile 2015) in Ecuador
La Pifarescha nasce come formazione di Alta cappella, organico strumentale di fiati e percussioni diffuso con il nome di “Piffari” e ampiamente celebrato in tutta l’Europa del Medioevo e del Rinascimento. I Piffari erano attivi sia autonomamente che in appoggio ad altri organici strumentali, vocali, o gruppi di danza. La Pifarescha unisce ed alterna le ricche ed incisive sonorità dell’ “alta” con quelle più morbide della “bassa cappella”, attraverso l’utilizzo di un ampio strumentario: tromboni, cornetti, trombe, bombarde, cornamuse, ghironda, dulciana, flauti, viella, viola da gamba, percussioni, salterio e molti altri. Inoltre, segue la progressiva evoluzione che porterà il gruppo di alta cappella a trasformarsi nel consort nobile per eccellenza tra Rinascimento e Barocco: i “cornetti e tromboni” , ulteriormente ampliata con l’integrazione anche di strumenti a tastiera.
Concerto “Di Guerra e di Pace”
Programma per XIV Festival di Musica Sacra di Quito
Nel Rinascimento guerra e pace scandiscono in ciclica alternanza il passare del tempo. La spada e la croce appartengono non solo all’immaginario rinascimentale, ma anche all’esperienza concreta dell’uomo dell’epoca. La guerra rappresentava una fase pressoché inevitabile nella vita dell’uomo, era un mestiere comune, un fatto quasi familiare e consueto per la sensibilità del tempo. La musica rinascimentale si intrattiene spesso con temi guerreschi. E ne fa un utilizzo ampio e differenziato, cambiandone anche la destinazione e la stessa sostanza evocativa, portandoli dal campo di battaglia ai luoghi di culto, nelle corti e nelle piazze. Il programma unisce volutamente il repertorio sacro dei brani devozionali o di lode, canti spirituali, mottetti, con quello legato alle raffinatezze dei compositori di corte e quello profano di estrazione prettamente popolare. Attraverso un susseguirsi di motivi tematici o rimandi di formule ritmiche e melodiche comuni alle differenti ispirazioni e destinazioni, nel Rinascimento si realizza quell’ unità della musica che permette il trasferimento anche di interi brani dal profano al sacro, senza che possano crearsi fratture stilistiche o processi impropri in merito alla loro destinazione finale. E alla fine la musica compie ciò che l’uomo non ha ancora raggiunto: trasforma i ritmi della guerra in ritmi di pace. Quella pace che, ancor oggi tema di forte attualità, porta con se l’anelito e la forza propulsiva per guardare oltre le piaghe lasciate dalle guerre.
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