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domenica 25 maggio 2014

AGRICOLTURA INNOVATIVA E SANA ALIMENTAZIONE DA MILANO A TORINOGUARDANDO A ORIENTE



Neo eletto Gaetano Pascale è il nuovo Presidente di Slow Food Italia, agronomo di origine Campana, con progetti ben chiari e determinati . Nell'Intervista a seguire  guarda al futuro con l'importantissimo appuntamento dell'EXPO' 2015 a Milano , volge l'attenzione all'immediato al Salone del Gusto e Terra a Madre a settembre prossimo a Torino e molto altro spaziando fino a Oriente. Punto fermo e indiscutibile è l' agricoltura di qualità per una sana alimentazione.

D:   Come nuovo Presidente di Slow Food Italia quali sono i prossimi progetti che vuole attuare?

R: I progetti sono davvero tanti e non so se riuscirei a sintetizzarli in poche righe. Uno fra tutti, agire attivamente sul fronte della tutela dell’agricoltura di piccola scala. Vogliamo lavorare per consentire a questo modello di agricoltura di diventare il principale riferimento per la nostra alimentazione. Per far questo abbiamo bisogno da un lato di garantire agli agricoltori le migliori condizioni normative, culturali e tecniche per svolgere il proprio lavoro, e dall'altro lavorare per sensibilizzare al meglio i consumatori. E in questo sono fondamentali le attività di educazione, dai Master of Food ai laboratori per le famiglie.

D:  Quanto ha contribuito il lavoro di Slow Food per l'educazione alimentare delle persone nel nostro Paese?

R: Abbiamo già fatto tanto per migliorare la consapevolezza di grandi e piccini sul valore del cibo, partendo proprio dalle attività nelle scuole e dal progetto degli Orti in Condotta che ora coinvolge oltre 480 istituti in Italia. Ovviamente c'è ancora tanto da fare e l'investimento con le giovani generazioni resta prioritario perché spesso sono proprio loro a innescare il cambiamento negli adulti e soprattutto perché saranno loro i consumatori di domani. Il lavoro da fare è ancora tanto. Ma se pensiamo alla prima edizione del Salone del Gusto nel 1996 il cambiamento è stato importante. Di cibo allora nessuno parlava, al massimo una élite per sancire il retrogusto di un vino.

D:  Molti cercano sempre più la qualità nel cibo, prestando attenzione agli acquisti. Altri tuttavia causa la crisi non possono permettersi un'alimentazione di qualità. Cosa pensa in merito e come Slow Food può aiutare in tal senso?

R: L'alimentazione di qualità non può essere un lusso, ma deve essere considerata un diritto. E non ne farei una questione meramente economica, soprattutto se consideriamo che spesso e volentieri i cibi lavorati e preparati sono molto costosi e vengono sprecati in grande quantità. Secondo il Rapporto 2013 sullo spreco domestico dell’Osservatorio Waste Watcher, nel nostro paese ogni famiglia butta in media circa 200 grammi di cibo la settimana: il risparmio complessivo possibile ammonterebbe dunque a circa 8,7 miliardi di euro l’anno. Last Minute Market, con cui Slow Food ha lanciato numerosi progetti promuovendo accordi tra comuni, associazioni e aziende della grande distribuzione per il riutilizzo degli alimenti, denuncia che in un anno si potrebbero recuperare in Italia 1,2 milioni di tonnellate di derrate che rimangono sui campi, oltre 2 milioni di tonnellate di cibo dall’industria agro-alimentare e più di 300mila tonnellate dalla distribuzione. Ancora una volta quindi la risposta sta nel sostenere e stimolare nuovi modelli di produzione su scala locale, dove il risparmio in termini di trasporto e a livello sociale andrebbe a tutto beneficio di chi acquista.

D: Siamo a meno di un anno dall'appuntamento dell'EXPO' Milano 2015. Questo evento come cambierà nel mondo e in Italia il concetto dell'alimentazione ?

R: Difficile prevedere che tipo di cambiamento innescherà un evento di tale portata. Di sicuro possiamo dire in che direzione vorremmo si andasse: per noi l’Expo non deve essere una mera vetrina commerciale ma l’occasione per portare all'attenzione del mondo i problemi legati alla sovranità alimentare dei popoli, alla lotta contro la malnutrizione e alle disparità sociali. L’attività di Slow Food si concentrerà sulla biodiversità. Il racconto sarà sviluppato utilizzando alcune filiere produttive particolarmente significative, come quella del pane e del formaggio: il primo, da sempre simbolo dell’alimentazione umana e il secondo che riunisce in sé territori, latti, tradizioni e temi fondamentali come l’allevamento e il benessere animale. Molti i prodotti tutelati dai Presìdi Slow Food e delle comunità del cibo provenienti da ogni parte del mondo da scoprire e degustare nei Teatri del Gusto, o nelle attività educative per grandi e piccini.

D: Ci sono alcune zone dell'Africa come dell'Oriente che sono in condizioni di povertà assoluta. Quanto è importante l'azione di Slow Food in questi Paesi e quali progetti per tutelare e valorizzare il territorio?

R: Speriamo molto! Da sempre siamo attivi in moltissimi paesi del mondo per tutelare la biodiversità e i saperi delle comunità locali con i progetti dei Presìdi, delle Comunità del cibo e molti altri portati avanti dalla nostra rete e dalla Fondazione Slow Food per la biodiversità Onlus. L’Africa poi ci vede impegnati da parecchi anni nella creazione degli orti in Africa, che ora da Mille sono passati a 10.000. Orti simbolo della sovranità alimentare, di una nuova indipendenza e del rispetto di prodotti e tradizioni. Una nuova grande sfida che ci vedrà impegnati nei prossimi anni, volta a rafforzare la leadership africana che prenderà le redini del continente. Noi occidentali siamo debitori nei confronti dell’Africa. Per quello che le abbiamo portato via e le stiamo portando via, per le malefatte perpetrate in moltissimi anni. Nel 2012 abbiamo infatti lanciato i tre 10.000: oltre agli orti in Africa, vogliamo far salire 10.000 passeggeri a bordo dell’Arca del gusto, il progetto che segnala i prodotti a rischio di estinzione, e congiungere 10.000 nodi all’interno della rete di Terra Madre. Per scoprire le nostre attività e i nostri progetti, venite a trovarci al Salone del Gusto e Terra Madre, quest’anno a Torino dal 23 al 27 ottobre.

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