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giovedì 5 marzo 2015

Celso Albelo è Nemorino a Modena

Visualizzazione di FB_IMG_1425375117189.jpgDomenica 15 marzo 2015 - ore 15.30
Martedì 17 marzo 2015 - ore 20.00
L’elisir d’amore
Gaetano Donizetti
Teatro Comunale "Luciano Pavarotti"

La seduzione è la vera protagonista di quest’opera, un gioco di relazioni vissuto con tenera e ineffabile leggerezza in uno dei pochi titoli comici di epoca ormai romantica ad essere stati accolti fra i successi popolari del repertorio lirico. In una sorta di antitesi al mito di Don Giovanni, Nemorino, ignorante e squattrinato, è reso ancora più sciocco da un’irriducibile ‘cotta’ per Adina, istruita, ricca e smaliziata. Ma quello che parrebbe essere un corteggiamento senza speranza si trasforma, complice la passione sincera di Nemorino e una buona dose di fortuna, in una conquista a lieto fine. Donizetti mise qui la sensibilità nuova del melodramma ottocentesco al servizio di un’opera che alternava elementi di comicità esilarante a momenti patetici (“Una furtiva lacrima”), animando i personaggi di sentimenti veri e creando per la prima volta un contraltare alle maschere della commedia rossiniana.
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Lo spettacolo riprende uno fra i più apprezzati allestimenti del Teatro Regio di Parma, nato nel 1988 e ripreso nel 2003. La semplicità dei personaggi e della drammaturgia musicale si trasforma qui nella purezza di una visione scenica che ha visto nell’Elisir d’amore un messaggio di umanità nato dalle ultime propaggini dell’Illuminismo settecentesco.
Visualizzazione di IMG_574240637195899.jpeg“Siamo d’estate; al caldo, all’ombra di verzure ombrose, s’intreccia la consueta storia del triangolo amoroso dell’opera comica, ma fortunatamente il romanticismo riesce ugualmente a sedurci col suo profumo sottile – scriveva Nica Magnani a commento di scene e costumi”. “Affiorano qua e là sensazioni ancora settecentesche, che cerchiamo di trasmettere e riconoscere nei colori della scena e dei costumi. I giochi ingenui degli oggetti scenici sono ancora intrisi di spirito neoclassico. Interviene la magia chiassosa, eclatante di Dulcamara, arriva lui stesso dal cielo, lui personaggio un po’ demodé, ma con mezzi futuribili. Con un inganno scherzoso si trasforma da imbonitore in un carissimo cupido. È una storia a lieto fine, descritta nell’esuberanza di luci spendenti e calde, seguita nella sua vicenda dalle stelle, dalla luna, dal sole, dal grano come da grandi amici in un paese colorato e sempre in festa”

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