Dal 31 gennaio al 3 febbraio, alle ore 21
al Teatro Valle Occupato
Primo Amore
diretto e interpretato da Paolo Zuccari.
È il racconto di un piccolo nóstos, un ritorno a casa dopo molti anni.
Un uomo seduto racconta la storia del suo Primo Amore. Tornando nella sua città d’origine, incontra in un bar l’uomo che quindicenne lo fece innamorare. Questo piccolo ritorno senza importanza è la stenografia emotiva di un pensiero, è la frammentazione di un ricordo riemerso alla mente e subito dopo scomparso. L’uomo che parla pensando o meglio pensa parlando ha ora quaranta anni. Ha trovato nel suo nuovo mondo una dimensione a lui idonea e lì nel suo paese rincontra il suo primo amore, che non ha mai conosciuto dimensioni idonee, che non è mai fuggito, che non ha mai conosciuto legittimità alla sua omosessualità, inghiottito da una forzata “normalità”. Senza strappi né traumi, si scopre la scelta diversa dell’uno e dell’altro. Di colui che è rimasto si intuisce difesa e distacco, del narratore si articolano le contraddizioni, la vitalità, quasi il “progetto” di vita che da quel momento eccitante è nato e si è sviluppato. Anche al di là della scelta omosessuale, è il rapporto con la memoria che si scopre vivere nel presente.
Non è un funerale del passato. È un canto dell’anima che va a specchiarsi nelle sue origini e candidamente cerca la pace di una dipartita improvvisa figlia dei quindici anni Non è un funerale del passato. È la celebrazione della giovinezza, un omaggio al cuore libero dell’uomo, una pietra lanciata contro qualsiasi ghettizzazione dei sentimenti.
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