Rai5 – V puntata – sabato 29 dicembre
TORINO E LA DANZA
ore 23,30
un programma di Vittoria Cappelli
con Kledi Kadiu
regia Alessandro Tresa
una produzione Vittoria Cappelli srl
Sabato 29 dicembre Progetti di danza, il programma di Rai5 dedicato ai miti di Tersicore, scritto e prodotto da Vittoria Cappelli con la conduzione di Kledi Kadiu, continua il racconto cominciato la scorsa settimana sulla città di Torino e il suo prestigioso festival TorinoDanza, attualmente diretto da Gigi Cristoforetti.
Ad accompagnare Kledi in questo viaggio lungo più di venti anni, questa settimana ci sarà anche un'ospite d'eccezione: il critico di danza e scrittrice Elisa Guzzo Vaccarino (foto dx), che insieme a Sergio Trombetta, Vittoria Doglio, Alberto Testa e Gianni Secondo hanno guidato a lungo la manifestazione indirizzandone le scelte artistiche. Nato nel 1987, TorinoDanza è oggi una realtà affermata in Italia e all’estero grazie a un progetto artistico articolato che ha portato sulla scena le più significative espressioni della danza degli ultimi decenni, ma anche artisti meno conosciuti che dopo poco si sono imposti all’attenzione di tutto il mondo. Inizialmente il festival si è svolto all’aperto in due parchi cittadini, per poi trasferirsi nel 1993 al Teatro Regio. Fino al 1996 ha avuto un profilo aperto a tutti i generi di danza, classica, moderna, contemporanea, dando spazio anche a forme ibride come il circo, le danza urbana, le nuove tecnologie.
In questo periodo si sono esibiti alcuni tra i danzatori e coreografi più importanti della scena mondiale: Mark Morris ( foto sx), Rise et Danceries, Les Ballet Trocadero de Montecarlo, Maguy Marin, Philippe Decouflé, Merce Cunningham Dance Company, Balletto di Toscana, Mats Ek, Karole Armitage, Bill T. Jones, La La Human Step, Ballet de l’Opéra de Paris, Joffrey Ballet, Frankfurt Ballett di William Forsythe, Angelin Preljocaj, Royal Ballet of Flanders. “Erano anni ruggenti – spiega la Vaccarino – perché tutto era nuovo e c’era una grande scelta. Ricordo il Balletto di Amburgo di John Neumeier in una serata di pioggia sul palco all’aperto, il ritorno sulle scene italiane di Alessandra Ferri e nel 1988 l’attesissimo Callas di Reinhild Hoffmann, nota esponente del neoespressionismo tedesco di danza”.
Il crescente prestigio internazionale della manifestazione torinese è suggellato dalla nomina del grande coreografo Maurice Bejart a direttore artistico per l’edizione del 1998 e di Edward Villella, direttore del Miami City Ballet( foto dx), per quella del 2000. “Due annate forti. Bejart portò il suo particolarissimo Schiaccianoci, l’hip hop e la danza contemporanea di Josef Nadj. Il Miami City Ballet un repertorio Balanchine pregiatissimo con alcune coreografie quasi sconosciute in Europa come il sensuale Bugaku e tanti grandi classici. Erano anni molto belli, della scoperta dei nuovi coreografi e delle nuove compagnie. Il pubblico era curiosissimo”. Per il giornalista Sergio Trombetta: “Adesso il festival ha un profilo un po’ diverso. È diventato sempre più centrato sulla danza contemporanea, con delle coproduzioni stabili nel tempo come ad esempio quelle con Les Ballets C de la B di Alain Platel o con Philippe Decouflé, un grande mago dell’immagine che a Torino ha portato tutti i suoi lavori e con Panorama ha inaugurato l’edizione di quest’anno”. Con la direzione di Cristoforetti per la prima volta poi il programma viene articolato secondo modalità innovative, che mescolano nella formula dei Focus i tre modelli tradizionali di programmazione: festival periodico, stagione e evento tematico.
Di recente TorinoDanza ha anche trovato una casa d’eccezione presso le ex Fonderie Limone dove, seguendo un’intuizione volta a fondere l’arte nei luoghi della fabbrica, accoglie gli spettacoli dei più celebrati talenti internazionali della danza. Inoltre da due anni il festival collabora con il Prix Italia: “Un rapporto che si basa sulla creatività, sulla bellezza, sulla cultura” come spiega Giovanna Milella segretario generale del prestigioso concorso. 
Nessun commento:
Posta un commento